La figura di Amleto Sintini (A cura di Emanuele Binelli) |
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Amleto nasce il 20 luglio 1913. La sua famiglia era residente a Savarna, il padre era muratore mentre la madre casalinga.
Si diploma maestro elementare e poi geometra. Per esercitare detta professione si trasferisce ad Alfonsine. In seguito compie anche studi di chimica a Londra. Nonostante il lavoro e la famiglia assorbano tanto tempo riesce a ritagliarsi un po’ di spazio da dedicare ai suoi molteplici interessi. Si appassiona a svariati
studi che spaziano dalla filosofia all’astronomia, dalla chimica alla fisica, dalla letteratura alla musica,
scrivendo diversi testi nei quali sono esposte le sue personali (per non dire personalissime) teorie. Ciò
che lo affascina e lo seduce maggiormente è però l’astronomia, alla quale si dedica con grande passione, fino a realizzare un osservatorio astronomico proprio, che lo vede nelle vesti di
finanziere, progettista, direttore ed esecutore dei lavori, assieme al figlio Augusto. Seguendo la Via Reale (coincidente con la SS 16 n.d.r.) ed arrivati in cima al ponte di Alfonsine molti potranno notare ancora oggi una
grande cupola dalla forma inconfondibile, almeno per noi astrofili. E’ una specola. Cosa c’è dentro? Chi l’ha fatta? Queste sono le domande che spesso molti di noi si sono posti. Ecco la sua storia:
Il fabbricato è una sorta di torre quadrata alta 10 metri e di 6,80 metri di lato. Si sviluppa su tre piani. La cupola misura 8 metri di diametro e ben 6 metri di altezza. La costruzione inizia nella primavera del 1973. Man mano che prende forma vicino al ponte della statale sul fiume Senio attira sempre di più la curiosità degli alfonsinesi che non riescono a capire a cosa serva quella strana ed insolita costruzione, rimanendo ancor più sbalorditi quando viene realizzata quella imponente cupola che sovrasta in altezza gli edifici circostanti. Ultimata la costruzione nel 1975, Amleto
completa l’opera dotandola di un telescopio riflettore Newton da 30 cm, lungo più di un metro e mezzo, completo di motore per l’inseguimento degli astri, dal notevole costo per l’epoca di 3.500.000 lire, una spesa che all'epoca solo pochi potevano permettersi. Il telescopio fu commissionato alla ditta Mario Spada di Verona, la quale impiegò 8 mesi per la realizzazione (ancora oggi i telescopi di Mario Spada sono considerati dei piccoli gioielli di meccanica). Lo specchio fu fornito dalla famosa ditta Salmoiraghi di Milano. Questo telescopio doveva essere solo provvisorio. E’ stato utilizzato per poco più di un anno e grazie ad un fotoamatore (sul quale non si hanno notizie)
furono scattate alcune foto della Luna.
Nel frattempo inizia ad elaborare un nuovo progetto per la
realizzazione di un secondo strumento: un riflettore con specchio primario da 60 cm. (sarebbe ancora oggi uno dei telescopi amatoriali più grandi d’Italia). Il sogno di Amleto era però quello di eguagliare l’osservatorio di Asiago (122 cm di punta Pennar), ma i costi improponibili gli fecero ridimensionare i progetti. Tanto è vero che solo per il solo specchio da 60 cm la ditta Salmoiraghi gli presentò un preventivo di alcune decine di milioni di lire. Provò pertanto a chiedere una sovvenzione al comune di Alfonsine, al fine di poter far fronte ad una spesa così alta, ma non ci fu modo di ottenerla. Sotto la grande cupola giacciono ancora oggi il grande basamento ed il corpo del telescopio, lungo ben 2,5 metri e del diametro di 85 centimetri, dal peso di diversi quintali. Questi elementi metallici furono portati in cima a forza di braccia dall’instancabile Amleto sempre aiutato dal figlio Augusto. Qualche componente fu realizzato presso le officine Marini di Alfonsine. L’elevato costo complessivo e lo scorrere inesorabile del tempo non gli permisero di portare a termine il suo osservatorio da “sogno”.
Sintini era indubbiamente un personaggio atipico ed
eccentrico; si può considerare un “libero pensatore”, come si può intuire leggendo le sue opere che
trattano di narrativa, fisica, astronomia etc… nelle quali esprime apertamente e con coraggio le sue
opinioni, emettendo anche severi giudizi e verdetti, fino a tacciare la teoria della relatività di Einstein come un
colossale bluff! Molti dei suoi “trattati” di astrofisica si trovano depositati presso la NASA. Sintini infatti li spediva regolarmente all’ente spaziale americano che, come prassi comune quando riceveva pubblicazioni da chiunque, rispondeva con una sorta di ricevuta con tanto di firma e timbro originali che Amleto mostrava felice.
Famoso è rimasto anche il lungo e polemico scambio epistolare con un altro genuino “scienziato in proprio”, Raffaele Bendandi di Faenza, che con gli strumenti del suo sismografo, aveva la pretesa di prevedere i terremoti di tutto il globo terrestre, mentre Amleto sosteneva che i terremoti non si potevano presumere prima dell’evento stesso. Molto particolare è, ovviamente, anche la teoria sull’origine dei terremoti che l’alfonsinese riporta nel suo libretto Le vere cause del terremoto, Eruzioni vulcaniche e bradisismi del 1972. Per la molteplicità dei suoi studi e per la simpatica estrosità con cui li manifestava e divulgava, è stato oggetto di diversi servizi stampa locali: anche l’allora famosa Detra TV di Ravenna, con il suo direttore Decio Testi, si recò presso l’osservatorio-studio per una
brillante intervista che venne messa in onda con il titolo Amleto Sintini: scienziato o visionario?
Il 30 gennaio del 1994 Amleto Sintini termina il suo percorso terreno. I tanti alfonsinesi che lo hanno conosciuto lo ricordano con
affetto e simpatia, per la sua disponibilità al dialogo, il suo modo gentile di proporsi e per le allegre serate trascorse in piazza mentre lui soleva esibirsi con la fisarmonica o recitare alcune delle sue poesie. E’ ricordato soprattutto dagli astrofili, anche improvvisati che lui amabilmente ospitava e che hanno avuto il piacere di conoscerlo e di emozionarsi mentre osservavano con il suo telescopio le bellezze dell’universo. Il nome di Amleto Sintini è tutt’oggi citato in alcuni siti internet per il suo concetto espresso sulla teoria della relatività.
La sua produzione libraria (sempre auto finanziata) è raccolta presso la nostra biblioteca (Assciazione Ravennate Astrofili Rheyta n.d.r.). Un sincero ringraziamento ad Augusto, che ci ha permesso di
visitare l’osservatorio ed i tanti documenti che ha lasciato suo padre.